Auto a guida autonoma: quali scenari?
Torniamo a parlare di “driverless car” per approfondire alcuni aspetti e per cercare di capire quale futuro ci attende, dietro l’angolo dei prossimi due lustri. Davvero non dovremo più guidare, da qui al 2025? Sarà vera gloria, quella degli “autonomous vehicles”? Ad oggi non siamo in grado di conoscere tutte le risposte, ma una cosa è certa: pressoché tutte le aziende del settore e molte del comparto IT stanno investendo in ricerca, in prototipi e in collaborazioni, importanti e trasversali.
In alcuni casi, quello di Google su tutti, questa tecnologia sembra davvero pronta al debutto e, già da diversi anni, sta girando per le strade di mezzo mondo, accumulando esperienza, credibilità e qualche piccolo problema, che va a rafforzare il convincimento generalizzato che queste vetture non prenderanno piede in tempi brevi. Chi ci sta credendo, però, giorno dopo giorno scopre nuove domande e trova nuove risposte, pronte a zittire gli scettici.
Proprio Google, ad esempio, si sta ponendo il problema di gestire il rapporto con i pedoni, che probabilmente non troveranno da subito il giusto feeling con questi mezzi. Big G ha brevettato in questi giorni un sistema che consentirà alle Google Car di interagire con i pedoni, attraverso diverse tipologie di messaggi e di stimoli. Questo è indispensabile, almeno all’inizio, perché in molti casi potrebbe non essere sufficiente arrestare il veicolo, per dare ai pedoni la ragionevole certezza che non saranno investiti, se decideranno di attraversare la strada.
Il colosso americano sta anche spostando diverse pedine all’interno della sua holding, per avere nel team di sviluppo della vettura tutte le competenze necessarie. Ingegneri e tecnici che porteranno nel progetto skills che finora erano propri di altri settori, dalla robotica all’intelligenza artificiale, passando per molti altri ambiti in cui l’azienda ha fatto importanti acquisizione, nel corso degli anni.
Ma cosa c’entra Google (o Apple, o altri marchi che finora sono conosciuti in contesti differenti) con l’automotive? Perché questo comparto sta, sempre più, virando verso il mondo dell’IT? Se ragioniamo sul caso Google, ad esempio, ci appare subito chiaro come questa azienda si stia candidando ad un ruolo globale e multidisciplinare, puntando a rappresentare molto presto un punto di riferimento a 360° per le persone, in ogni ambito della loro esistenza.
Le auto che si guidano da sole, pertanto, saranno solamente uno dei molteplici assets delle future smart cities, i cui cittadini saranno al centro di un gran numero di servizi che ridefiniranno il concetto di mobilità, di connessione e di cittadinanza. Ciascuno di noi sarà, a tutti gli effetti, parte attiva di un nuovo modello, che vede al centro la rete internet e tutte le tecnologie da essa abilitate, che aumenteranno le capacità e gli orizzonti delle persone. Sarà questo, lo scenario dei prossimi 10 anni?